La Via Francigena

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L’essere in cammino è la migliore cura contro la malinconia (B.Chatwin) 

 

LA VIA FRANCIGENA:

un cammino nella natura, tra tesori dell’arte, un viaggio interiore, un percorso dello spirito che arricchisce la storia e l’esperienza personale.

 

 

La storia narra che il vescovo Sigerico, arcivescovo di Canterbury, di ritorno da Roma, tra il 990 e il 994, segnò l’inizio del cammino di pellegrinaggio.
In realtà, l’origine del percorso risale ai Longobardi, che nel VI secolo valicarono l’attuale Passo della Cisa per raggiungere l’antico scalo marittimo di Luni, lontani dai territori controllati dai Bizantini, loro nemici.
Con i Franchi e i Carolingi la strada divenne via di comunicazione per raggiungere Roma, allora “caput mundi”.
Noi abbiamo percorso il tratto appenninico (nel senso di Sigerico) da Sarzana fino a Fidenza.
Abbiamo camminato lungo un itinerario costellato di piccoli tesori artistici, paesaggi incontaminati; abbiamo incontrato gente di ogni classe sociale, di ogni età, di ogni credo, di molteplici provenienze (tra gli altri un olandese che camminava da 7 mesi con all’attivo 6000 Km…), delle più varie esperienze e l’emozione di calcare tracce secolari ed attraversare borghi di tradizioni ataviche ci accompagnava ad ogni passo fornendoci buoni spunti per l’immaginazione.
Il viaggio facilita il contatto con la natura e con le persone. Ci si ferma per meditare, per scoprire, per capire l’arte, la cultura, la natura, la storia e la religiosità dei luoghi e delle genti.
Ecco allora che la fatica, il caldo, il peso dello zaino diventano ingredienti necessari per immergersi in un clima “altro”, ritrovare sensazioni antiche, ritornare all’essenziale come luogo in cui lo spirito vola leggero e la materia si rarefà fino a lasciare il posto ai valori veri, quelli per cui vale la pena vivere.
Vorremmo che le immagini dessero la misura di queste nostre riflessioni.
Buona visione!
 
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Per chi vuole tentare l’esperienza ecco il viatico di Paolo Rumiz:
Partire è la parte più difficile di un viaggio perchè devi tagliare i ponti con le tue abitudini. E’ una piccola lacerazione. La sensazione è più forte se parti da solo e quindi non porti niente del tuo vecchio mondo. Allora accetti  che il viaggio ti modifichi, accetti di essere disposto ad un cambiamento, ad una rilettura di te stesso.
All’inizio può essere faticoso, difficile, può creare dei momenti di smarrimento, di abbattimento, di stanchezza, di depressione, che però spariscono dopo due o tre giorni. E so che il cammino ti ridà vigore proprio quando credi di non farcela, non tanto per un fatto fisico ma perchè ti senti un cretino, là da solo, ti chiedi dove vai, che cosa stai facendo. Poi passi una notte insonne, superi questo diaframma di abbattimento e lì il viaggio comincia davvero…
 
Dal Festival della Viandanza, sempre di Paolo Rumiz:  la filosofia del viandante
 
…crediamo che i viandanti siano dei rivoluzionari: non importa il loro nome, il loro lavoro, il loro conto in banca, la loro formazione, la loro lingua, la loro cultura, nè da dove siano partiti e dove siano diretti, conta solo che siano donne e uomini in viaggio,  quindi fragili, curiosi, amichevoli, lenti, disposti ad accogliere e ad essere accolti. I viaggi sono i viaggiatori, scrive Fernando Pessoa, e noi vogliamo ripartire dai viaggiatori, quelli più lenti, per giunta, persone che fanno stare la loro casa in uno zaino. Non avendo bisogno di nulla al di là di qualche vestito e un paio di scarpe, essi non sono ricattabili, il denaro non li può comprare, nessun potere li può lusingare. Questa libertà li rende pericolosi, impossibili da incasellare, dei borderline.
 

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Due nostri amici intenzionati a percorrere un tratto di VIA FRANCIGENA partendo da S.Miniato a metà giugno cercano compagnia per il loro peregrinare, consapevoli di quanto diceva T.Terzani: “Il senso della ricerca sta nel cammino fatto e non nella sua meta: il fine del viaggiare è il viaggio stesso e non l’arrivare”.  A chi nutre dubbi e perplessità possiamo assicurare che non è certo una passeggiata, ma che con un po’ di allenamento è fattibile.

Alcune note pratiche: Il percorso è scandito da ostelli, taluni molto accoglienti; quasi sempre c’è la possibilità di rifornirsi di acqua e di alimenti prima e durante il tragitto. Nella maggior parte delle volte l’ostello chiede un’offerta per l’ospitalità e sa pure indicare qualche luogo dove cenare ad un prezzo accettabile. Il costo medio potrebbe aggirarsi sui 20/25 € al giorno.

Chi è interessato all’iniziativa può mettersi in contatto con:

COSMA GIAMPAOLO, cell. 3332170444 – BIANCO MARIO, cell. 3427208563

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